Riflessione domestica – V dom TP anno C [18/05/2025]

da Parrocchiaponte.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di San Maurizio, San Luigi Gonzaga, Santi Matteo e Carlo.
Riproponiamo anche su parrocchiechiurocastionetto.it una iniziativa in collaborazione con la comunità pastorale di Ponte, Sazzo e Arigna: oltre al commento al Vangelo, un semplice sussidio per tutta la famiglia con giochi e riflessioni a partire dalle letture della domenica.
Nel Vangelo di questa domenica, per cinque volte in una frase Gesù parla di gloria e di glorificazione e di come lui, grazie al Padre, sta per essere glorificato. Forse Gesù pensa che, nonostante tutto, alla fine la sua missione avrà successo e le cose, improvvisamente, assumeranno un’altra piega. Solo che questa parole le dice durante l’ultima cena, poco prima di essere arrestato. Le dice nel momento stesso in cui il suo destino è segnato. Le dice quando Giuda esce per andare a denunciarlo. Nel momento più doloroso del tradimento, quando una persona che ti ama e che ti ha seguito ti inganna, Gesù afferma che potrà manifestare pienamente la sua gloria. Poiché Giuda lo sta tradendo potrà dimostrargli che gli vuole bene sul serio. Proprio perché sta per essere ucciso, potrà manifestare a tutti gli uomini quanto li ama, quanto ci ama, quanto è serio il suo amore. Giuda si è perso, ma il Signore non è venuto proprio a salvare chi era perduto? La perdizione è il luogo teologico della salvezza. Veniamo salvati proprio perché, prima, ci siamo persi. Col tradimento di Giuda Gesù potrà dimostrare qual è la misura dell’amore di Dio: l’assenza di misura. Gesù parla della sua gloria, una gloria che consiste nel manifestare quanto ci ama. E chiede a noi di fare altrettanto. Ci chiede di amarci (amare me, amare te) dell’amore con cui egli ci ha amato. Il più grande comandamento non è amare Dio e il prossimo. Ma amare il prossimo con l’amore che riceviamo da Dio. Amare dell’amore di Dio, del Suo amore, col suo amore. Non con l’amore di simpatia, di scelta, di sforzo ma con l’amore che, provenendo da Cristo, può riempire il nostro cuore per poi defluire verso il cuore degli altri. Dobbiamo essere conosciuti non dalle devozioni, non dalle preghiere, non dai segni esteriori, non dall’organizzazione caritative, ma dall’amore. L’amore è ciò che maggiormente deve stare a cuore nella Chiesa. Un amore più grande che dà vita. Un amore non di imitazione, ma di eccedenza. Sarebbe più corretto tradurre quanto dice Gesù con: amatevi poiché io ho amato voi, con l’amore con cui vi siete scoperto amati. Mi scopro amato/a, il cuore si riempie e raggiunge chi mi sta attorno. Ma, prima, devo scoprirmi amato/a, frequentare il Maestro, arrendermi alla sua tenerezza, mettermi alla sua scuola. Vuoi dare gloria a Dio? Lasciati amare. Impara ad amare. Scegli di amare. Buona domenica.
Per tutti, in particolare famiglie e ragazzi, proponiamo spunti di riflessione e giochi presi dalla rivista “Catechisti parrocchiali”, potete aprire il file cliccando su: “riflessione e giochi” in fondo alla pagina.